1) Le microturbine possono essere facilmente installate o direttamente su tetti e terrazzi, oppure tramite apposite strutture di sostegno.
2) È’ importante verificare che il sito scelto abbia caratteristiche di ventosità minime da poter giustificare l’investimento: la verifica può essere fatta in riferimento alle mappe eoliche nazionali o ai dati delle misurazioni anemometriche delle stazioni meteorologiche più vicine.
3) E’ possibile realizzare sistemi “ibridi”, cioè accoppiare i sistemi eolici con un’altra forma tecnologica, come ad esempio il fotovoltaico.
4) Gli impianti eolici fino a 20 kW collegati in rete bene- ficiano del regime dello scambio sul posto, che vi permette di cedere energia quando non la utilizzate e di prelevarla quando vi serve.
5) Prima di partire con l’istallazione è bene informarsi su eventuali problemi di allaccio alla rete elettrica.
6) La scelta della struttura portante deve essere attentamente valutata: oltre a resistere all’mpatto del vento, deve anche resistere ai carichi indotti dalla massa della turbina e dal movimento rotatorio delle pale.
7) Per un’ottimale installazione è importante considerare la disposizione degli elementi architettonici e vegetali circostanti, e l’impatto acustico dell’aerogeneratore (maggiore il diametro maggiore il rumore prodotto, comunque contenuto nel caso di minieolico).
8) Gli aerogeneratori per il minieolico sono di facile reperibilità sul mercato, in Inghilterra sono già disponibili kit completi nei grandi magazzini a prezzi accessibili a tutti (2.000 sterline, pari a circa € 3.000).
9) Con gli attuali meccanismi di incentivazione gli impianti da 20 KW sono competitivi con tempi di ritorno del capitale investito fra 4 e 6 anni per condizioni di vento tipiche superiori a 5 m/s, come si riscontrano in molte aree del territorio nazionale.
10) Gli aspetti burocratici e amministrativi per l’installazione di impianti mini eolici in Italia sono molto eterogenei: in alcune regioni (Toscana e Puglia) vigono regole semplificate a cura dei comuni di appartenenza. Le procedure di DIA (Dichiarazione Inizio Attività) nelle altre regioni sono in continua evoluzione. La responsabilità è comunque delle singole Regioni.